Nel bagliore dorato del tramonto, la classe virtuale dell’undicesima si animava per un nuovo, emozionante capitolo di storia. I volti dei ragazzi, riflessi negli schermi, trasmettevano entusiasmo e attesa, mentre la professoressa annunciava che quella lezione sarebbe stata ben diversa dalle solite: una vera avventura interattiva, in cui ogni clic e ogni risposta li avrebbe condotti a scavare più a fondo nei conflitti del Medio Oriente.
La storia si dipana in un affollato mercato a Baghdad, dove l’aria è pervasa da aromi speziati. Fatima, una giovane piena di coraggio e curiosità, cammina tra le vivaci bancarelle, dove scintillano gioielli e si mescolano profumi unici. Improvvisamente, catturando una discussione animata sui confini, si avvicina ad un venditore di tappeti che, con gesti ampi e appassionati, spiega: “Perché esistono così tante dispute sui nostri confini?” Il venditore, con uno sguardo serio, spiega che gran parte delle tensioni attuali deriva dalle definizioni dei confini post-Prima Guerra Mondiale, tracciati senza tenere conto delle peculiarità etniche e religiose del territorio. “Quelle linee tracciate dalle potenze straniere hanno dimenticato l’anima della nostra terra”, conclude con fare eloquente.
Per continuare, la professoressa lancia la prima sfida della giornata: “Quali sono gli accordi principali che hanno definito questi confini dopo la Prima Guerra Mondiale?”. Gli studenti, affamati di sapere, si immergono nelle loro ricerche digitali, individuando rapidamente il Trattato di Sèvres e la Conferenza di San Remo. Con queste preziose informazioni, Fatima si sente pronta a proseguire il cammino della conoscenza.
Il percorso la porta lungo vie piene di vita fino a una maestosa moschea, dove un gruppo di leader religiosi discute animatamente. Con rispetto e interesse, si avvicina e chiede: “In che modo le questioni religiose incidono sui conflitti?”. Un anziano saggio, protagonista della discussione, spiega che il Medio Oriente è la culla di tre grandi religioni monoteiste – Islam, Cristianesimo ed Ebraismo – e che le rivalità sui luoghi sacri hanno alimentato tensioni per secoli, rendendo la pace un obiettivo spesso irraggiungibile.
Successivamente, la professoressa propone una nuova domanda: “Quali sono alcuni esempi di siti sacri contesi e quale significato rivestono per le religioni interessate?”. Gli studenti, motivati e collaborativi, celebrano Gerusalemme come simbolo per eccellenza, evidenziandone il profondo valore storico e spirituale per ebrei, cristiani e musulmani. Fatima, ascoltando queste rivelazioni, percepisce il peso e la complessità delle questioni connesse ai luoghi sacri.
Il viaggio prosegue e conduce Fatima in un caldo campo petrolifero situato vicino al Golfo Persico. Tra ingegneri e operai che lavorano con ritmi intensi, la giovane chiede: “Quale ruolo ha il petrolio nei conflitti?”. Un lavoratore, malgrado la fatica, spiega che il Medio Oriente detiene alcune delle riserve petrolifere più importanti al mondo e che il controllo di questa risorsa ha sempre rappresentato uno degli aspetti chiave delle tensioni, sia a livello locale che internazionale. La “ricchezza” dell’oro nero ha infatti attirato l’interesse e l’ambizione di molti, aumentando in maniera esponenziale le rivalità.
La professoressa, non mancandole di stimoli, chiede agli studenti: “In che modo la scoperta del petrolio ha trasformato le dinamiche dei conflitti in questa regione?”. Grazie a strumenti di gamification, i ragazzi collaborano per creare infografiche e video esplicativi che dimostrano come la ricchezza petrolifera abbia generato non solo prosperità, ma anche invidia e competizione. Fatima, colpita dalla complessità della questione, prova un misto di ammirazione e timore per il potere che il petrolio riveste.
Più tardi, in un’oasi dove si tiene una conferenza di pace, Fatima incontra diplomatici e leader politici. In un’atmosfera carica di tensione, chiede: “Come incidono le dispute commerciali e gli interessi esterni sui conflitti?”. Un diplomatico spiega che, oltre alle controversie interne, interviste nazioni esterne, attratte da interessi geopolitici ed economici, hanno costantemente interferito, a volte per stabilizzare, altre per complicare ulteriormente il quadro delle tensioni.
Infine, la professoressa propone una sfida concludente: “Quali sono stati gli interventi stranieri più determinanti in Medio Oriente durante il XX e il XXI secolo?”. Gli studenti, unendo le forze, realizzano un giornale digitale che ripercorre gli episodi chiave: dall’istituzione dello Stato di Israele, alle successive invasioni e occupazioni. L’analisi evidenzia come tali interventi abbiano lasciato un’impronta profonda e duratura sul tessuto politico e sociale della regione.
Con queste riflessioni nella mente, Fatima ritorna al pittoresco mercato di Baghdad, arricchita da una comprensione più profonda e articolata delle dinamiche che intrecciano i conflitti in Medio Oriente. Allo stesso tempo, gli studenti, grazie a questo viaggio interattivo e ricco di spunti, consolidano il loro apprendimento in un modo innovativo e coinvolgente, pronti ad applicare queste conoscenze nei futuri dibattiti e studi.