C'era una volta, in un universo parallelo dove re e regine si destreggiavano tra hashtag e filtri su Instagram, un giovane di nome Leo. Al termine del liceo, la sua incrollabile curiosità lo spinse a intraprendere un viaggio insolito nel mondo dell’assolutismo europeo. Una mattina soleggiata, al risveglio, notò una notifica particolare sul suo smartphone: un messaggio vocale misterioso lo attendeva. Una voce profonda e decisa annunciò: "Leo, sei stato scelto per esplorare i misteri dei monarchi assolutisti. Il tuo compito è scoprire i segreti di questo periodo storico; per avanzare, però, dovrai rispondere a delle domande ben precise. Solo così la storia si svelerà."
Con un misto di timore ed entusiasmo, Leo cliccò sul link e, in un lampo, il mondo intorno a lui svanì per fare spazio a un paesaggio medievale. Davanti ai suoi occhi si ergeva un imponente castello rinascimentale, con torri maestose e stendardi che danzavano al vento, in un’atmosfera quasi surreale. Mentre ammirava quella scena fiabesca, apparve un ologramma di Re Luigi XIV, il Re Sole, che con sguardo deciso e abiti sfarzosi gli diede un benvenuto regale, dicendo: "Benvenuto nel mio regno, giovane Leo. L’assolutismo si fonda sulla concentrazione del potere in un solo sovrano. Ma conosci le ragioni che hanno portato alla formazione di tali monarchie?"
Recuperando il filo delle sue recenti lezioni, Leo replicò: "La crisi del sistema feudale, la necessità di una centralizzazione politica e il sostegno della nobiltà sono stati elementi determinanti." Un sorriso dall'ologramma accompagnò il suono di ingranaggi, e un passaggio segreto si aprì, rivelando un corridoio illuminato da torce. Con il cuore in subbuglio, Leo percorse quel sentiero tra attesa e meraviglia.
Proseguendo, giunse nella Sala dei Sovrani, dove centinaia di profili social, ognuno rappresentante un monarca, fluttuavano nell’aria in un’atmosfera quasi magica. Leo si fermò davanti al profilo di Re Enrico VIII, famoso per la sua decisione di separarsi dalla Chiesa Cattolica. Immediatamente si presentò una nuova domanda: "In che modo i monarchi giustificavano il loro potere assoluto?" Con sicurezza, Leo rispose: "Attraverso il concetto del diritto divino, che attribuiva loro il potere direttamente da Dio." Il profilo di Enrico VIII lampeggiò, confermando la risposta e aprendo un’altra porta verso la conoscenza.
Leo entrò in una stanza immersiva, dove video drammatizzati delle vite dei monarchi venivano proiettati su pareti scure, creando un’esperienza intensa fatta di colori e suoni coinvolgenti. Mentre osservava attentamente le scene di battaglie eroiche, alleanze strategiche e tradimenti, ricordò le discussioni in classe: "È possibile ritrovare elementi dei governi assolutisti nei regimi politici attuali?" Pensò ai moderni regimi autocratici, notando come mantenessero un controllo centralizzato e manipolassero l’informazione, soprattutto tramite i social media. Decise quindi: "Sì, possiamo riconoscere tratti di assolutismo anche oggi, in alcuni regimi che controllano il potere e l’informazione in maniera simile."
In quel momento, una voce dolce sussurrò: "Bravo, Leo. Hai compreso i misteri dell’assolutismo." In un batter d’occhio, Leo fu avvolto da una luce calda e si ritrovò nella sua stanza, esattamente all’istante in cui aveva iniziato il viaggio.
Ma Leo non era più lo stesso: ora possedeva una visione più critica e approfondita di come il passato influenzi il presente. Deciso a non tenere per sé quella preziosa esperienza, si mise a condividere le sue scoperte sui social media, coinvolgendo i compagni in animati dibattiti. Così, la storia dell’assolutismo si trasformò in un vero e proprio ponte tra epoche, rivoluzionando il modo di imparare e di comprendere la nostra storia.
